Nato dalla tradizione di montagna, dove le mucche sono libere al pascolo e nelle malghe, il Vezzena è un’eccellenza casearia che nasce tra i prati e gli alpeggi del territorio dell’Alpe Cimbra, tra Folgaria, Lavarone e Luserna.
Una preziosa realtà prodotta nel Caseificio di Lavarone, punto di riferimento per la valorizzazione del territorio e del lavoro dei contadini e degli allevatori degli altipiani cimbri, che con passione e attenzione si prendono quotidianamente cura dei loro animali e della montagna.
Un caseificio però, che ha rischiato di non potercela fare dopo i difficili anni della pandemia e che adesso, grazie a un accordo con il Concast Consorzio dei Caseifici Sociali Trentini, trova nuova vita affidando loro la commercializzazione del prodotto di punta – il Vezzena – e dell’Asiago DOP PDM Prodotto della Montagna Prodotti specifici di questo territorio che, grazie a questa alleanza, vanno ad arricchire la rosa del Gruppo Formaggi del Trentino.
Il Caseificio di Lavarone nella storia
Il Caseificio degli Altipiani e del Vezzena nasce come cooperativa agricola nel 1864 e dunque, come sottolinea la presidente Marisa Corradi, è la “più antica d’Italia”.. All’inizio della sua storia, la cooperativa era nata per raccogliere il latte dei produttori della frazione Cappella – inizialmente anche di chi aveva solo due o tre mucche – ma nel tempo il Caseificio ha riunito il lavoro dei piccoli caseifici turnari delle frazioni di Lavarone e si è distinto specializzandosi nella produzione del Vezzena, diventato il suo prodotto di punta perché in grado di esaltare al meglio la particolarità delle erbe dei pascoli della zona. Nel 2005 con l’aiuto della Federazione delle Cooperative avviene la fusione con il Caseificio di Costa di Folgaria e da qui nasce la nuova denominazione “Caseificio degli Altipiani e del Vezzena” . Da sempre associato a Trentingrana CONCAST, nel 2015 opta per una strada autonoma di vendita dei propri prodotti
Negli ultimi anni, con 11 soci conferitori, 9 dipendenti e 1,2 milioni di fatturato, il Caseificio di Lavarone ha sofferto di una contrazione nella produzione dovuta principalmente alle difficoltà della gestione del bestiame di montagna e dall’aumento delle spese energetiche, dei carburanti e dei mangimi.
Dalla crisi a una nuova alleanza per far rivivere il caseificio
Una crisi e una contrazione che hanno portato a una sensibile riduzione della produzione, oggi pari a circa 1000 tonnellate di latte all’anno a fronte di produzioni ben più nutrite negli anni precedenti.
«Il calo del conferimento di latte – spiega la presidente del caseificio Marisa Corradi – ci ha stimolato a fare nuovi ragionamenti e a trovare nuove alleanze per cercare di migliorare l’efficienza e di valorizzare al meglio le nostre eccellenze, con il fine di riuscire a dare continuità aziendale alla nostra realtà».
La recente intesa con Trentingrana CONCAST, sarà strategica ed attuata al fine di consentire ai soci di avere una remunerazione adeguata dopo anni di fatica. Un’attenta organizzazione produttiva unita alla giusta rete di vendita ci fanno credere in una previsione positiva anche per il prossimo futuro.
Un accordo nato anche grazie alla Federazione Trentina della Cooperazione
Non solo vantaggi per il Caseificio di Lavarone quindi, ma anche per il gruppo dei Caseifici Trentini che con questi due nuovi ingressi amplia la sua offerta sul territorio.
«Siamo felici di aver trovato un accordo di reciproca soddisfazione – ha commentato il presidente di Trentingrana CONCAST Stefano Albasini – e di poter completare la gamma dei nostri formaggi con due eccellenze trentine. Ma ciò che più di tutto ci rende orgogliosi è il fatto di aver trovato una soluzione interna al nostro sistema cooperativo, per ottimizzare motivazione, competenze e professionalità di questi soci, che sono cooperatori da sempre».Un accordo, quello tra le due realtà cooperative, seguito anche dalla Federazione Trentina della Cooperazione, che le ha accompagnate durante tutti gli incontri. «Crediamo che questa intesa rappresenti una opportunità per entrambi i soggetti coinvolti – ha spiegato il presidente della Cooperazione Trentina Roberto Simoni – e lanci un segnale rispetto al fatto che attraverso il dialogo e il confronto di tutte le posizioni è possibile trovare delle soluzioni vantaggiose e lungimiranti dentro al sistema cooperativo».