Mammiferi

LA PRIMAVERA: il risveglio della natura

In primavera, i boschi e i prati di Lavarone si risvegliano con una nuova vitalità. Questa stagione segna l’inizio di comportamenti cruciali per la sopravvivenza delle specie locali. I mammiferi, dopo il lungo inverno, si preparano alla riproduzione. I maschi di molte specie si impegnano in rituali di corteggiamento e competizione, esibendo caratteristiche fisiche e comportamentali per attrarre le femmine. È anche il momento in cui molti animali, come i roditori, riemergono dal letargo e iniziano a nutrirsi e ricostruire le loro riserve energetiche, mentre altri iniziano a preparare le tane e i rifugi per la prossima generazione.

In generale, la primavera è un periodo di grande attività, dove le dinamiche sociali e riproduttive delle specie locali si intensificano, preparando il terreno per il ciclo vitale che seguirà. 

Nuovi inizi: crescita, competizione e nascita

Durante la primavera, i cervi (Cervus elaphus), i caprioli (Capreolus capreolus) e i camosci (Rupicapra rupicapra) che popolano i boschi e i prati di Lavarone sono impegnati in attività cruciali. Sebbene il corteggiamento abbia luogo principalmente in autunno, in primavera i maschi iniziano a stabilire i loro territori e a manifestare comportamenti di dominanza, preparandosi per la competizione per l’accesso alle femmine. In questa stagione, i palchi dei cervi maschi iniziano a crescere e a prendere forma. I caprioli, che durante l’inverno sono stati più solitari, cominciano a radunarsi in gruppi, e i maschi emettono
richiami per attirare le femmine, mostrando una marcata aggressività verso i rivali.
Nei camosci, invece, la competizione per il diritto di accoppiarsi si traduce in vere e proprie lotte. A partire da questa stagione, i piccoli di queste specie iniziano a nascere, segnando l’inizio di un nuovo ciclo vitale che proseguirà durante l’estate.
Oltre alla riproduzione, gli animali sono anche impegnati nell’adattarsi al cambiamento di ambiente: risparmiano energie dopo l’inverno e si nutrono per recuperare forza. La primavera segna, quindi, non solo il ritorno alla socialità e alla competizione, ma anche un momento di rinvigorimento per affrontare l’estate.

Marmotte (Marmota marmota) e ghiri (Glirulus glis) iniziano a nutrirsi per recuperare le energie perse
durante il letargo invernale, mentre talpe (Talpa europaea) e arvicole (Arvicola amphibius) scavano
gallerie e si nutrono degli abbondanti invertebrati. Gli scoiattoli rossi (Sciurus vulgaris) ristrutturano i
nidi sugli alberi e raccolgono cibo, mentre faine (Martes foina) e martore (Martes martes) si dedicano
alla caccia. Il riccio (Erinaceus europaeus) e il tasso (Meles meles) cercano anch’essi cibo per
riprendersi e prepararsi alla riproduzione. Anche il cinghiale (Sus scrofa) è molto attivo durante questa
stagione: la femmina partorisce i piccoli, generalmente a inizio primavera, e il branco si occupa della
loro protezione. La lepre (Lepus europaeus) entra in piena attività riproduttiva, con la nascita dei leprotti
che avviene generalmente tra aprile e maggio.

Corteggiamenti sopra-sotto

I pipistrelli, come il vespertilio maggiore (Myotis myotis), pipistrello dalle dimensioni medio-piccole, i
serotini (Eptesicus serotinus) e i rinolofidi (Rinolophus spp.), riprendono la loro attività dopo il letargo
invernale. Durante i primi giorni più caldi, i pipistrelli escono dai loro rifugi per riprendere la caccia a
insetti notturni, che costituiscono la loro principale fonte di nutrimento. In questa stagione, i maschi
iniziano anche a corteggiare le femmine, che partoriscono i piccoli a fine primavera o inizio estate.
Durante la gravidanza, le femmine si concentrano sul recupero delle energie necessarie per
l’allattamento, mentre i maschi si dedicano alla ricerca di cibo e alla difesa del territorio.
I pipistrelli sono animali estremamente affascinanti seppur mal considerati dall’uomo. Spesso collegati
al mondo dell’oscurità, sono oggetto di false credenze che li rendono tra i mammiferi più impopolari del
pianeta. Le specie presenti nel territorio sono insettivore e non hanno alcun interesse nel cibarsi del
sangue né, men che meno, ad infilarsi nella capigliatura di qualche escursionista di passaggio. Sono
tuttavia ottimi vettori per molte tipologie di virus: per questo motivo non è mai una buona idea disturbare o interagire con uno di loro ed è bene recarsi immediatamente dal medico in caso di morso. Nonostante tutto, questi incredibili volatori hanno un’importanza enorme per l’ecosistema e sono degli importanti indicatori ecologici, impollinatori e regolatori del numero di insetti ed artropodi. La loro presenza è indice di ricchezza ed equilibrio dell’ambiente.

La famiglia si allarga

Il lupo (Canis lupus), lo sciacallo dorato (Canis aureus) e la volpe (Vulpes vulpes) sono molto attivi,
ognuno impegnato in comportamenti legati alla riproduzione e alla cura della prole. Il lupo, che vive in branco, inizia la stagione primaverile con la nascita dei cuccioli, che avviene in genere tra aprile e
maggio. La femmina partorisce in un rifugio sicuro e il branco intensifica la caccia per procurare cibo,
collaborando per nutrire e proteggere madre e cuccioli. Lo sciacallo dorato, che sta lentamente
espandendo il suo areale, effettua il suo accoppiamento in questo periodo e i cuccioli nascono
successivamente, solitamente a fine primavera o inizio estate. Anche la volpe, che vive in coppie o
piccoli gruppi, partorisce i suoi cuccioli tra marzo e aprile. Durante questa stagione, la volpe è molto
attiva nella ricerca di cibo, per soddisfare le necessità della madre che allatta, mentre i cuccioli
cominciano a esplorare i dintorni. La primavera, quindi, segna un periodo di intensi legami familiari e di
cura dei piccoli per queste specie carnivore.

L’ESTATE: un’esplosione di vita!

Durante l’estate, i mammiferi si concentrano principalmente sulla cura della prole, che inizia a crescere
rapidamente e ad acquisire le abilità necessarie per la sopravvivenza, come muoversi e nascondersi tra
la vegetazione per proteggersi dai predatori. Gli adulti, nel frattempo, dedicano il loro tempo
all’alimentazione per garantire che i piccoli crescano sani e forti. In particolare, le specie erbivore, come
cervi (Cervus elaphus) e caprioli (Capreolus capreolus), si nutrono abbondantemente, ma è con l’arrivo
dell’autunno che cominceranno a concentrare le loro energie sull’accumulo di riserve di grasso per
affrontare l’inverno. Per i maschi di cervo, l’estate è anche un periodo cruciale per lo sviluppo dei palchi,
che raggiungono il massimo della crescita verso la fine della stagione. I camosci (Rupicapra rupicapra),
che vivono in ambienti montuosi, sono particolarmente attivi durante l’estate: i piccoli imparano a
muoversi sulle ripide pareti rocciose, seguendo i movimenti dei genitori. Nel complesso, l’estate
rappresenta un periodo di grande attività per molte specie, sia erbivore che carnivore, che si dedicano
all’alimentazione, alla protezione della prole e, per alcune, alla preparazione per le competizioni
autunnali.

ATTENZIONE, NON TOCCARE: La mamma è in pausa!

Durante la primavera, è possibile imbattersi in cuccioli di animali selvatici, come cerbiatti o altri piccoli
ungulati, apparentemente soli. In questi casi, è fondamentale non interferire. Spesso, infatti, la madre
non ha abbandonato il piccolo, ma si è semplicemente allontanata temporaneamente per cercare cibo
o per sfuggire ai predatori. La madre, infatti, può allontanarsi per brevi periodi, sapendo che il piccolo è
al sicuro e ben camuffato tra la vegetazione. Se ci si trova in questa situazione, è importante evitare di
toccare o spostare l’animale, in quanto l’intervento umano può causare danni o far allontanare
definitivamente la madre. Il miglior comportamento è quello di osservare a distanza e lasciare che la
natura segua il suo corso. La madre tornerà presto per nutrire e proteggere il piccolo.

L’AUTUNNO: la preparazione al freddo

Preparazione per il Letargo: Strategie di Sopravvivenza

Con l’arrivo dell’autunno, molte specie di mammiferi iniziano a prepararsi per l’inverno, adottando
comportamenti strategici per garantire la loro sopravvivenza nei mesi più freddi. Marmotte e ricci, ad
esempio, si concentrano sull’accumulo di riserve di grasso per affrontare il letargo nelle loro tane
sotterranee. Gli scoiattoli rossi, pur non andando in letargo, sono altrettanto impegnati nella raccolta di
cibo, preparando scorte di semi e noci che conserveranno nei nidi sugli alberi per l’inverno.

Caccia e Attività dei Carnivori

Durante questo periodo, i carnivori, come le volpi (Vulpes vulpes) e i cinghiali (Sus scrofa), intensificano
la loro caccia, cercando di fare scorta di cibo prima che le difficoltà della neve e del freddo limitino la
disponibilità di prede. Anche le faine (Martes foina) e le martore (Martes martes), predatori abili, si
concentrano sulla cattura di piccoli mammiferi e uccelli, garantendo le proprie riserve alimentari per i
mesi rigidi. La loro strategia di sopravvivenza si basa sulla cattura di prede locali, assicurandosi risorse
sufficienti per affrontare i mesi più rigidi.

La Stagione del Bramito: Competizione tra Ungulati

I cervi (Cervus elaphus) entrano nel loro periodo di bramito, uno dei momenti più spettacolari
dell’autunno. I maschi, con i palchi ormai sviluppati, emettono potenti versi per attirare le femmine e
stabilire la propria supremazia territoriale. In questo periodo, i maschi si sfidano in accese competizioni
per avere il diritto di accoppiarsi, creando un’atmosfera di intensa rivalità. Anche i caprioli (Capreolus
capreolus) sono attivi in questo periodo, pur non avendo un bramito così appariscente: i maschi
difendono il loro territorio e cercano di conquistare le femmine per la stagione riproduttiva.

Adattamenti alla Stagione: Camuffamento e Protezione

Le lepri alpine (Lepus europaeus), che durante l’estate presentano un manto marrone, iniziano a mutare la loro pelliccia in un bianco candido. Questo cambiamento li aiuta a mimetizzarsi con la neve e ad evitare i predatori durante i mesi invernali. È un adattamento cruciale che consente loro di sopravvivere nelle dure condizioni dell’inverno montano.

In generale, l’autunno è una stagione di grande attività per la fauna locale, con molte specie che si
concentrano sulla raccolta di cibo, sulla protezione della prole o sulla preparazione per il letargo. La
competizione tra i maschi di cervo, capriolo e altri ungulati, unita alle strategie di sopravvivenza dei
carnivori e dei roditori, rende questo periodo dell’anno particolarmente dinamico e critico per la fauna
di Lavarone.

L’INVERNO: la quiete del riposo

Un inverno a rallentatore

Durante l’inverno, la fauna selvatica affronta una stagione di sfide estreme, in cui la scarsità di cibo e le
temperature rigide costringono ogni specie a sviluppare strategie adattative per sopravvivere. Molti
mammiferi, come marmotte (Marmota marmota), ghiri (Glis glis) e ricci (Erinaceus europaeus), si
rifugiano in profondi letarghi. Questi animali trascorrono i mesi freddi nascosti in tane ben isolate sotto
il suolo o nella vegetazione, dove il loro metabolismo rallenta drasticamente per conservare energia.
Durante questa fase, si affidano esclusivamente alle riserve di grasso accumulate durante le stagioni
precedenti.
Anche i pipistrelli trascorrono i mesi freddi in letargo profondo, nascondendosi in grotte, cavità degli
alberi o vecchi edifici, dove l’umidità e la temperatura restano costanti.

Predatori al lavoro

Al contrario, altre specie, come volpi (Vulpes vulpes), faine (Martes foina), martore (Martes martes) e
tassi (Meles meles), rimangono attive. Questi carnivori si adattano alle difficoltà invernali modificando
le loro abitudini di caccia: approfittano delle prede più vulnerabili, come piccoli roditori e uccelli, e
cercano cibo in aree riparate dove la neve è meno compatta. I cinghiali (Sus scrofa), onnivori
opportunisti, continuano a scavare nel terreno e nei boschi in cerca di radici, tuberi e resti di cibo.
Pettirosso (Erithacus rubecula) – PH Vincent Van Zalin Ghiandaia (Garrulus glandarius) – PH Bob Brewer

I lupi (Canis lupus) e gli sciacalli dorati (Canis aureus), in quanto predatori apicali, mantengono la loro
attività di caccia anche nei mesi più rigidi, muovendosi in branco per ottimizzare le energie e
incrementare le probabilità di successo nella cattura di prede.

Tra neve e foreste

Tra gli ungulati, i cervi (Cervus elaphus), i caprioli (Capreolus capreolus) e i camosci (Rupicapra
rupicapra) affrontano l’inverno in modo diverso. Pur rimanendo attivi, si spostano lentamente e in
piccoli gruppi alla ricerca di cibo, spesso nascosto sotto spessi strati di neve. Questi animali scelgono
zone riparate dal vento, come le foreste fitte o le pendici montuose più basse, dove trovano un po’ di
protezione dal freddo.
Anche gli scoiattoli rossi (Sciurus vulgaris) si adattano al rigore invernale, affidandosi alle scorte di semi
e noci accumulate durante l’autunno.
Le lepri alpine (Lepus timidus) sfruttano la loro pelliccia bianca invernale per mimetizzarsi con la neve
e sfuggire ai predatori, mentre le arvicole (Arvicola amphibius), pur rimanendo attive, si muovono
principalmente sotto lo strato nevoso, scavando tunnel per proteggersi dal freddo e cercare semi o
radici.
L’inverno è dunque una stagione di estrema difficoltà per la fauna, in cui ogni specie mette in atto
comportamenti e strategie specifiche per affrontare la scarsità di risorse e le rigide temperature. Dalla
quiete del letargo alla frenetica attività dei predatori, ogni animale lotta per sopravvivere fino al ritorno
della primavera.