Ecco come abbiamo scelto di curare i boschi di Lavarone
La tempesta Vaia, oltre a provocare danni al nostro territorio che tutti ormai conosciamo, ha creato le condizioni per la diffusione del bostrico, un piccolo coleottero presente naturalmente nei boschi di abete rosso dell’arco alpino. Ma che cos’è il bostrico e come possiamo difendere gli alberi dalla sua presenza?
Cos’è il bostrico e perché è pericoloso
L’Ips thypographus, o bostrico tipografo, è un piccolo insetto coleottero della famiglia degli Scolitidi, lungo circa 4-5 mm, di forma cilindrica e di colore marrone. È caratteristico dei boschi del Trentino e attacca prevalentemente l’abete rosso. Qui si sviluppa sotto la corteccia di piante indebolite o sotto stress scavando gallerie e interrompendo così il flusso della linfa, portando alla morte dell’albero in breve tempo.
Quando si manifesta il bostrico e come riconoscere una pianta attaccata
A seguito di gravi eventi di schianto di alberi, come nel nostro caso quello della tempesta Vaia, il bostrico trova il suo habitat naturale per proliferare all’interno dei tronchi. La durata delle pullulazioni di questo parassita può durare fino a 5-6 anni. Gli andamenti stagionali di piogge e temperature però, come ad esempio inverni molto rigidi e nevosi, stagioni primaverili umide e fresche, possono aiutare ad allungare il tempo di sviluppo delle larve (se non addirittura impedirne la sopravvivenza) e favorire un aiuto “naturale” alla lotta contro le colonie di insetti.
Di base, il bostrico colonizza singole piante indebolite o sotto stress scavando piccoli fori nella corteccia. L’infestazione può essere riconosciuta già all’inizio grazie all’emissione di resina dal foro di ingresso prodotta dalla pianta nel tentativo di difendersi dall’attacco.
Perché il bostrico si è diffuso a Lavarone
La presenza in bosco di materiale schiantato, ancora integro e umido, favorisce la proliferazione del bostrico, portandolo dallo stato endemico a quello epidemico. Questo fa sì che successivamente possa verificarsi l’attacco anche alle piante sane. Quando si passa a questa condizione non bastano le difese della natura, ma bisogna intervenire con misure specifiche per contrastare e fermare la diffusione.
Come contenere l’infestazione da bostrico
L’individuazione precoce degli alberi infestati e il loro immediato abbattimento, seguito da esbosco o scortecciatura, costituiscono una delle misure più efficaci di lotta contro il bostrico. Tagliare e asportare gli alberi già arrossati, o ancora verdi ma con la corteccia che si sfalda, risulta invece poco efficace perché gli individui adulti della nuova generazione sono in gran parte già emersi. Anzi, a volte potrebbe addirittura incidere negativamente sul corredo di antagonisti (parassiti e predatori) che escono dai tronchi successivamente al bostrico. Inoltre, il processo di taglio e gara di vendita del lotto di legname ha tempi molto lunghi e prevede la produzione di una notevole mole di burocrazia. Per questo a Lavarone è stato deciso di intervenire in maniera diversa.
Lotta al bostrico: il caso di Lavarone
La scelta del Comune di Lavarone per la lotta al bostrico è stata quella di attuare una strategia che prevedeva l’eliminazione in modo mirato e preciso del maggior numero di individui di insetti con il sacrificio del minor numero possibile di alberi, in tempi tecnici e burocratici compatibili con il ciclo biologico del bostrico. La tecnica utilizzata è quella del tradizionale impiego di tronchi esca e alberi esca, attivati con feromone di aggregazione. Questa modalità, per avere successo, richiede una precisa programmazione e una tempistica calibrata ad hoc con tutte le procedure applicative in base alla fase di vita del parassita.
Tutto il progetto è stato coordinato dal Custode Forestale; nel 2021 sono state eseguite delle prove sperimentali; nel 2022 è stato effettuato un primo intervento con l’allestimento di 1500 tronchi esca e visti i buoni risultati raggiunti, questa tipologia di lotta è stata ripetuta nella primavera del 2023 con l’ulteriore allestimento di 2.400 tronchi esca.
Risultati dell’operazione nei boschi di Lavarone
Gli individui adulti di bostrico catturati con i 1.500 tronchi del 2022 sono stati circa 4 milioni, a cui corrispondono oltre 150 milioni di larve in sviluppo. Possiamo affermare che risulta distrutta tutta la progenie degli individui che hanno colonizzato questi tronchi esca. Teoricamente questa operazione dovrebbe aver permesso di salvare almeno 2-3.000 alberi che sarebbero stati colonizzati dalla prossima generazione del 2022. I 2.400 tronchi esca allestiti questa primavera (2023) sono ora in fase di scortecciatura (con prelievo e asportazione totale della corteccia) comportando la distruzione di oltre 6 milioni di individui adulti e oltre 200 milioni di bruchi. L’esito della lotta ad oggi risulta piuttosto significativo, soprattutto confrontando la popolazione di bostrico con aree limitrofe agli altipiani Cimbri (dove nel 2022 la popolazione era da raddoppiata a quintuplicata).
Cosa ci si può aspettare per il futuro
Dalle osservazioni attuali, grazie anche a una primavera 2023 fresca e piovosa, si nota una diminuzione della popolazione di bostrico che nell’ambito del Comune di Lavarone appare molto più netta rispetto al resto del territorio provinciale.
L’ulteriore diminuzione sarà strettamente correlata anche all’andamento delle temperature e piovosità della stagione estiva. Più fresca e piovosa sarà l’estate, più rapido sarà il crollo della popolazione di bostrico. Se invece si ripresenterà una stagione estiva calda, secca e arida, la diminuzione sarà molto più graduale e potrebbe richiedere un ulteriore intervento di lotta con tronchi esca anche per l’anno 2024.