Come nasce il Drago Vaia
Il drago nasce da alcuni incontri tra il Sindaco Isacco Corradi, primo presidente dell’associazione Avez del Prinzep e l’artista Marco Martalar, l’intento era creare un qualcosa di grande e maestoso che potesse rappresentare la forza la distruzione ma allo stesso modo un senso di protezione.
Volevamo come associazione ricordare la tempesta Vaia e allo stesso modo avere un opera monumentale che rendesse onore al “Gigante Buono” il nostro avez del prinzep.
Il compromesso trovato tra noi e l’artista è stata la realizzazione di un grande Drago, che avesse una posizione mansueta ma comunque possente e possibilmente a protezione di una vallata, da qui la scelta della collocazione sulla veduta di Lavarone da Magré.
Il drago simboleggia la tempesta è l’inizio e la fine di tutto, resta lì fermo a monito per far capire che lui sarà sempre presente nel difendere madre natura ( La Frau), sta a noi capirne il grande significato e trasmetterlo alle future generazioni.
Noi siamo di passaggio ma la Frau invece è sempre stata qui e sempre ci sarà, se saremo d’ostacolo alla sua sopravvivenza diventiamo un peso. Maggiori informazioni sull`opera: Drago vaia.
L'opera del Drago Vaia
Realizzata con maestria dall’artista Marco Martalar con 2000 pezzi di pezzi di radici di alberi divelti dalla tempesta Vaia e più di 3000 viti.
Solitamente lo scultore scolpisce il legno e toglie il superfluo, questa lavorazione invece prevede di aggiungere pezzi e come un puzzle ricreare un immagine che fino alla fine è solo nella testa dell’artista.
Dal giorno in cui è stata ultimata l’opera del Drago Vaia abbiamo capito subito che avevamo fatto qualcosa di importante, il numero di persone che nel primo anno ha raggiunto il drago sono più di 500mila persone, un numero che ci sembra spaventoso, abbiamo creato qualcosa di unico e speriamo che possa essere di insegnamento e trasmettere la sofferenza e la forza della natura nel ribellarsi quando si sente schiacciata.
Il Drago è l’inizio e la fine di tutto, il drago è la potenza della natura che si esprime anche con forza e violenza se è necessario alla sua sopravvivenza, resta qui in cima a Lavarone a monito, e in fin dei conti anche a proteggere l’essere umano da se stesso.
Come raggiungere il Drago Vaia
Se vuoi solo vedere il Drago e non ti interessa il sentiero tematico
Se no sei interessato al Sentiero del Drago ma vuoi solo raggiungere il drago nel minor tempo possibile, queste sono le proposte più adatte alle tue esigenze:
- Parcheggio in località cost, distanza a piedi dal drago 30 minuti percorso facile, non adatto alla carrozzina. Il parcheggio si trova ad 1km da magrè in direzione Luserna
- Parcheggio Bertoldi, utilizzare la seggiovia poi seguire l’indicazione Magre Tablat con icona del drago.
- Parcheggio a Cappella parco Palù e seguire l’indicazione Magre Tablat con icona del drago.
Se vuoi fare il percorso tematico sentiero del drago
Abbiamo due opportunità o andare a Bertoldi e prendere la seggiovia, così si risparmiano 30 minuti di camminata, poi seguire le indicazioni sentiero del drago.
In alternativa potete partire da Bertoldi e Gionghi e seguire le indicazioni Magre Tablat e poi una volta arrivati alla Tana Incantata seguire le indicazioni Sentiero del Drago. Percorso di circa 45 minuti.
Dopo aver visto il Drago?
Lavarone e l’Alpe Cimbra offrono molte opportunità:
- Gastronomiche
- Sportive
- Culturali
Noi consigliamo se avete bambini un salto al Parco Palù in località Cappella, oppure una visita a Forte Belvedere.
E perché no un bel tuffo al Lago di Lavarone.
Per maggiori informazioni www.alpecimbra.it
Dove Parcheggiare
I parcheggi sono molti e dipende dal percorso che volete fare per raggiungere il Drago, trovate parcheggi a Bertoldi, Gionghi, Cappella, Zona Cost verso Luserna.
ATTENZIONE, non lasciate l’auto o la moto in zone non indicate come parcheggio, sia nel rispetto delle proprietà altrui sia perché intralciano il traffico.
L’accesso alla frazione di Magré è inibito al traffico, possono accedervi solo residenti ed autorizzati, siete tutti pregati di rispettare la cartellonistica e le indicazioni.
Il sentiero del Drago
L’opera del Drago Vaia è quindi l’ultima tappa del sentiero che ripercorre la storia del drago vaia (storia di un drago libro edito da Sassi editore di Chiara Zuin), le tappe circa 10 sono giochi ed attività per ragazzi/bambini con l’intento di trasmettere loro una sensibilità maggiore nel rispetto
dell’ecosistema di cui noi siamo parte, il bambino alla fine del percorso capisce che il drago non è cattivo difende solo ciò che abbiamo di più caro al mondo la nostra grande madre, “la Frau”.
Il percorso è adatto alle famiglie, ma anche a tutti gli interessati, sia dell’opera che delle tematiche.
Si snoda sul Tablat, zona pianeggiante, sopra magrè per circa 2,5Km, il punto di partenza DEVE essere raggiunto a piedi o con l’ausilio della seggiovia che parte da Bertoldi.
Durante l’estate consigliamo di partire da Bertoldi, dove si può salire a piedi facendo così una escursione di 5 km totali, oppure prendendo la seggiovia e arrivando alla partenza del nostro percorso.
Il gioca Libro
Il gioca libro del Drago Vaia è un ausilio per effettuare il percorso giocando, può essere acquistato in APT a Gionghi, oppure a Bertoldi alla partenza della Seggiovia. Il gioca libro ci permette di giocare e capire le installazioni lungo il percorso.
Il gioca libro è adatto a bambini dai 4 ai 11 anni, ma può essere tranquillamente fatto anche da adulti che si riscopriranno ragazzi.
Lungo il percorso del Drago ci sono 10 installazioni:
- La Grotta del Drago
- Madre Natura
- I profumi del Bosco
- Vero o Falso
- L’Angolo Protetto
- Chi Cerca Trova
- Come quella Buia Notte
- I Suoni del Bosco
- Sulle Orme di …
- Il Drago Vaia
Tempesta Vaia
Perchè il Drago si chiama Vaia? Il 29 ottobre del 2018 un vento uragano che ha superato in Trentino i 200 km/h ha ferito le nostre montagne e quelle di tutto il nord Italia. L’evento sradicò dal terreno molti alberi e ne spezzò altrettanti, il giorno precedente su Lavarone scesero 400 millimetri di acqua in 24 ore, un record assoluto per quella giornata. Per far capire la quantità è il 50% delle precipitazioni che avvengono a Venezia in un anno.
Per quanto riguarda gli altipiani di Lavarone e Luserna, sono caduti circa 100mila alberi!
La tempesta porta il nome di Vaia Jakobs, manager di una multinazionale tedesca. Il suo nome si è reso immortale dopo che suo fratello Skouras, nel 2017, per farle un regalo originale di Natale, lo regalò all’Istituto di Meterologia dell’Università di Berlino per poterlo assegnare in modo casuale a uno specifico evento.
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